Il custode
- Massimiliano Romualdi
- 8 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Come al solito, la domenica, è un giorno di quelli che non sai qual'è il tuo posto.La mia domenica è andata così. Sveglio, intorpidito, mi stiro, uno spiraglio di sole attraversa la finestra e mi buca la fronte. Pieno di idee per la giornata mi ritrovo solo, di nuovo. Non è un problema. Mi piace stare con me stesso.
Arrivo qui, al vulcano più piccolo del mondo a quanto dicono. Fa -2° a mezzogiorno ma questo fuoco scalda davvero. Mi prendo un po' di tempo per pensare. Il mio flusso di pensieri viene interrotto dolcemente da un vociare, due ragazzi molto giovani e il loro figlio piccolo.
Saluto educatamente come si fa in montagna e rimango in silenzio con le mani tese a scaldarmi con lo sguardo fisso al fuoco. Il bambino lancia sassi, è contento ed è deluso/divertito dal fatto che il vulcano sia così piccolo. Non è uno di quei bambini fastidiosi, anzi, è uno di quei bambini con la curiosità negli occhi.
Rimangono pochi minuti per poi andarsene. Saluto e rimango immobile, fissando quel fuoco magico avvolto nei miei pensieri. Mentre se ne vanno, il bambino a tutti i costi è voluto salire in braccio al papà. Una volta in braccio il piccolo chiede al grande " ma papà, chi è quello li? Perché rimane li?" indicandomi con il suo ditino. Papà gli rispose " Niccolò, quello li è il custode del vulcano. Rimane li per controllare che il fuoco rimanga acceso, così che tutti quelli che hanno freddo possano scaldarsi se vogliono. Sta attento così nessuno rischia di bruciarsi."
Ora so di avere un grande compito, vegliare il fuoco per il bene di tutti. In fin dei conti, sono un custode e non mi dispiace affatto aver pensato di esserlo anche solo per un secondo.

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