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I stayed down, Fire_.

  • Massimiliano Romualdi
  • 19 lug 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

Forse scriverti mi permetterà di capirti meglio. Ho paura di questo concerto, paura di provare emozioni forti. Ed ho paura di incontrarti, per caso, in fila per i biglietti o per la birra.

Con te dovevo andare, o almeno avrei voluto, qualche tempo fa. Perché ora non mi è passato nemmeno per la testa di chiedertelo.

Eppure, sento che sei l’unica persona con cui mi sentirei tranquillo ad andare.

I ricordi sono molti e ancora non superati. Ricordo il volume al massimo in macchina mentre lo ascoltavamo, i finestrini giù e le strade di collina piene di curve, con il cielo arancio impregnato dal tramonto.

E non ho nulla da dirti, ma questo é forse l’unico modo che ho di comunicare con te, che forse mi ascolti, forse mi leggi.

Il dolore è ancora forte e non avrei mai pensato potesse durare molto e spero di risolvere questa cosa prima o poi.

Non risolvere, ma comprendere, superare, sentirmi a mio agio verso questa cosa.

Perché ogni giorno ti crei un piccolo spazio fra i miei pensieri e ci rimani per un po’.

Anche questa notte ti ho sognata e mi sono svegliato con la sensazione di aver passato delle ore insieme.

Non mi dispiace, ma è ora di smetterla.

Mentre scrivo sento lo stomaco chiuso ed il collo contratto e ci convivo ormai da diversi mesi.

Il cuore non mi lascia in pace battendo a ritmo anormale.

Ma non è una condanna, è forse la mia benedizione.


 
 
 

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