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l'uomo dei sogni<_.

  • Massimiliano Romualdi
  • 15 nov 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

La tazza di caffè bollente fuma ad ogni respiro. Mi scalda sempre, mi fa sentire a casa anche quando é uno di quei giorni che ‘niente’ é casa.

Si ha la percezione di provenire da un’altra realtà, un’altra dimensione, nulla ti fa sentire parte di questa verità.

Quel lieve dolore addominale ti ricorda che sei presente e che il presente non puoi fuggirlo.

Dopo una lunga giornata al lavoro, in silenzio, rientro a casa. Mi aspetta una cena in solitaria. Non del tutto in realtà, mi aspettano un cane e il mio giradischi.

In questo momento mi sta facendo ascoltare una canzone nostalgica che ricorda isole desolate, minimali ma ricche della vera natura, con alte scogliere e persone vestite di lana pesante.

Spesso immagino di avere una barba bianca e lunghi capelli disordinati, la gente mi chiama ‘ l’uomo dei sogni’.

I sogni sono per me fedelissimi compagni, perfetti per un consiglio o per una lettura distaccata di quello che mi accade.

Ho molta fiducia, nei sogni.

Prima di andare a dormire respiro profondamente e chiedo a me stesso di sognare. Sogno letture, soluzioni, idee e sogno colori, emozioni e sensazioni. In periodi particolarmente ricchi di pensieri posso sognare anche due, tre volte per notte, ricordando tutto, anche i dettagli.

Alla fine di ogni sogno, prendo il registratore che tengo vicino al letto, clicco il tasto ed inizio a raccontare quello che ho appena vissuto.

Non sembro nemmeno io a parlare quando riascolto il nastro, é qualcosa di nascosto dentro di me che parla.

C’è una parte della giornata dove trascrivo questi sogni su carta che altrimenti dimenticherei in fretta, ed é sempre un momento unico. Ci sono anche sogni non richiesti, gli incubi per fare un esempio. Condizionano tutta la mia giornata e mi lasciano addosso sgradevoli sensazioni.

Fa parte del gioco.

Mi sento sempre molto bene a casa ma ultimamente anche qui fatico a stare. Mi guardo intorno e non so da che parte farmi, non ho stimoli, non ho idee.

Era da tempo che non succedeva, ma questa sera, esco da solo in un locale fra i miei preferiti. C’é sempre un concerto questo giorno della settimana e mi piace andare ad ascoltare musica nuova che non conosco.

Spesso, anzi sempre, quando esco da solo divento invisibile per qualche ora. Chi mi conosce e mi incontra non mi saluta, chi mi conosce solo di vista non sostiene il mio sguardo, così per quelle poche ore non devo preoccuparmi di nulla.

L’atmosfera é accogliente, mi immagino in piedi, appoggiato ad una parete del locale con il giubbotto in mano perché fa troppo caldo, isolato sotto una luce che mi illumina dall’alto.

Non proietto nessun’ombra, non emetto alcun suono, sono solamente una singola unità nello spazio.

Esco dal mio corpo e visualizzo la scena da fuori, dall’alto, semplicemente osservo.

Sembra una tavola calda americana con uno stupendo blues di sottofondo, le dita esili della cantante accarezzano le corde della chitarra che accompagnano la sua voce potente in una musica che sprigiona leggerezza.

Aspetto una persona che so quasi per certo che non arriverà.

Ci sono gruppi di amici che prendono da bere al bancone, ci sono coppie che si guardano intensamente negli occhi, c’é un cane che osserva disinvolto le persone muoversi, c’é vita tutto intorno.

Rientro in me, nel mio corpo, sgranchisco le gambe tese, sposto i capelli .

Non sono più invisibile, la cantante del gruppo sta cantando, mi fissa dritto negli occhi, mi sorride e non appena finisce la canzone, mi giro e me ne vado.


 
 
 

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